Droni e armi nucleari, una coppia che spaventa il mondo intero

I droni sono ormai all'ordine del giorno e coprono diversi settori di utilizzo, dai 'giocattoli' che si pilotano con gli smartphone fino a modelli ben più grandi e sosfisticati utilizzati principalmente dai militari. Ed è proprio qui che tutto è iniziato, perché la corsa agli armamenti che è iniziata con la guerra fredda e non è mai terminata, ha portato all'esigenza di evolvere il concetto di guerra ad uno stadio successivo, dove le macchine prendono sempre più il posto dell'uomo.


Con il passare degli anni le tecnologie sono migliorate notevolemente e hanno permesso di creare sistemi all'avanguardia in grado di pilotare gli UAV (Unmanned Aerial Vehicle), o comunemente chiamati droni, da postazioni remote senza alcun problema grazie a GPS e connessioni a banda larga. Ma il rischio di peredere quei velivoli o peggio di renderli incontrollabili è comunque sempre alto, considerando che esistono sistemi di contromisure e armi antiaree in grado di abbatterli, come il caso del drone da ricognizione stealth RQ-170 americano, dirottato dall'Iran con sistemi di jamming e depistaggio del GPS. Ora il problema principale, dimostato con il caso in Iran, è che questi UAV possono essere hackerati come tutti i sistemi informatici e non c'è alcuna garanzia che questo evento non possa ripetersi in futuro. 


Uno dei principali obiettivi del dipartimento della difesa per i prossimi 20 anni è quello di pensionare l'intera famiglia di bombardieri a lungo raggio in dotazione all'USAF, che attualmente è composta da 159 velivoli di tre diverse categorie, tutti in grado di portare armi nucleari. La metà di questi è composta dal famoso B-52, bombardiere progettato negli anni 40 ed entrato in servizio negli anni 50, e considerato ormai obsoleto. L'altra metà è suddivisa tra il bombardiere supersonico B-1B e il più recente B-2B il primo ad avere capacità stealth. Il programma di pensionamento di questi tre velivoli prevede l'introduzione di un unico bombardiere a lungo raggio, il B-21, ovviamente con capacità stealth evolute, in grado di portare qualsiasi tipo di arma incluso quelle nucleari. Ma un altro obiettivo della difesa è quello di rendere questi nuovi bombardieri dei droni, con tutti i pro e i contro del caso. 

  

Una scelta che sembra più che discutibile, visto i problemi di sicurezza informatica che possono colpire questi velivoli e i server che li gestiscono, un fattore non certo da sottovalutare. Anche perché perdere un drone di supporto è un conto, ma perderne un armato con testate nucleari è decisamente  uno scenario più spaventoso.



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