Ritratto di Tamerlano, XV sec. - Foto: Wikipedia |
“Quando mi risveglierò dalla morte, la terrà tremerà.” Sono queste le parole con le quali Tamerlano maledice chiunque osi disturbare il suo sonno eterno. Si narra che la maledizione abbia colpito singoli individui e addirittura intere nazioni ed ancora oggi, dopo 600 anni dalla sua morte, la figura leggendaria del condottiero affascina e terrorizza il mondo.
Chi era Tamerlano?
Nato a sud di Samarcanda, Timur Barlas fu uno dei più grandi condottieri dell’Asia centrale. La sua più grande ossessione era quella di restaurare l’antico impero mongolo di Gengis Khan dal quale era convinto di discendere. Tra il 1329 e il 1405 conquistò e sottomise numerosi territori dal Kazakistan all’Iran fino ad arrivare all’India Tughlaq e formò così il vasto impero Timuride.
La sua ultima grande impresa doveva essere la conquista dell’intera Cina. La spedizione partì nel dicembre del 1404 senza tenere conto del rigido clima dell’Asia centrale che rese la spedizione un vero inferno. Lo stesso Tamerlano si ammalò durante il viaggio e colto da una fortissima febbre causata da una polmonite, morì ad Otrar il 19 gennaio del 1405.
Timur Barlas fu sepolto da suo nipote Ulugh Beg in una tomba formata da un unico blocco di giada verde ancora oggi visibile nel mausoleo di Gur-e-Amir a Samarcanda.
Il mausoleo di Gur-e-Amir. - Foto: Wikipedia |
La maledizione della tomba di giada
Ma quando inizia la storia della maledizione di Tamerlano? Chi ne fu vittima?
Uno dei personaggi più illustri sul quale si è abbattuta la maledizione è stato il persiano Nadir Shah, conquistatore e fondatore della dinastia degli Afsharidi.
Ritratto di Nadir Shah. - Foto: Wikipedia |
Shah idolatrava sia Gengis Khan che Tamerlano e sognava di costruire un impero alla loro altezza. La sua ossessione lo portò a tentare di aprire la leggendaria tomba di Tamerlano, non riuscendo ad aprirla in loco, decise di spostarla ed è proprio durante il trasporto che scalfì la bara di giada. In seguito a questo avvenimento nel regno di Nadir ci fu un improvviso imperversare di rivolte e violenze contro la sua sovranità. Turbato questi avvenimenti, che coincidevano con la tentata esumazione del conquistatore mongolo, ordinò subito di far rientrare la tomba di Tamerlano a Samarcanda. Nonostante la bara fosse tornata al suo posto, il sovrano persiano non si salvò dalle pugnalate inflitte dal suo stesso capo delle guardie e morì vittima di una congiura il 20 giugno del 1747.
Ma è la violazione messa in atto dai sovietici durante la seconda guerra mondiale che causò regalò alla tomba di Tamerlano la funesta fama della quale gode ancora oggi. Nel 1941 Stalin ordinò all’antropologo Mikhail M. Gerasimov di riesumare il corpo di Tamerlano. Il team formato da Gerasimov, V. Ia. Zezenkova e Lev V. Oshanin, una volta giunto sul posto venne avvertito da un gruppo di tre anziani di non aprire la bara di Tamerlano per nessuna ragione altrimenti entro tre giorni dalla profanazione il male si sarebbe abbattuto su di loro e sulla loro terra.
L’avvertimento venne ignorato dagli studiosi che il 20 giugno 1941 aprirono la tomba del condottiero mongolo. Spedirono immediatamente il corpo a Mosca dove iniziarono a studiarne i resti. Oshanin e Gerasimov riuscirono a ricostruire il volto di Timur partendo dal suo cranio e dichiarano che le sue caratteristiche facciali si conformavano al tipo mongolide del sud della Siberia.
Ricostruzione del volto di Tamerlano. - Foto: Wikipedia |
Inoltre all’interno della tomba venne rinvenuta una seconda che recitava una nefasta ed inquietante maledizione,“chiunque aprirà questa tomba sguinzaglierà un invasore più terribile di me.”
Il 22 giugno 1941, esattamente entro tre giorni come aveva profetizzato il trio di anziani, Hitler senza alcuna dichiarazione di guerra invase l’Unione Sovietica. L’operazione Barbarossa è ricordata come una delle più grandi invasioni militari di tutti i tempi e costò la vita a 7,5 milioni di russi.
Dopo le numerose sconfitte subite dai tedeschi, Stalin, forse anch’egli turbato dalle terribili conseguenze del suo atto come già accadde a Nadir Shah, ordinò che il corpo di Tamerlano venisse riportato a Samarcanda. I resti del condottiero mongolo rientrarono nella sua mitica tomba di giada il 20 dicembre 1941 dove fu nuovamente sepolto secondo il rito musulmano.
Non molto tempo dopo i tedeschi si arresero a Stalingrado segnando con quella sconfitta il declino dell’occupazione germanica in Russia. L’avanzata tedesca era stata fermata ma il prezzo pagato fu comunque altissimo. Si stima che la sola battaglia di Stalingrado costò la vita a più di un milione di russi tra soldati e civili ed è considerata uno degli episodi più cruenti e sanguinosi della Seconda Guerra Mondiale.
Non sappiamo con certezza se la maledizione sia vera oppure frutto di una serie di sfortunate coincidenze ed ancora oggi è un mistero irrisolto. L’unico modo per sapere la verità sarebbe disturbare nuovamente l’eterno sonno del sanguinario Tamerlano, ma chi ne avrebbe il coraggio?
La maledizione di Tamerlano
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