La storia del tesoro ebbe inizio nel 1864 quando un
fuggitivo messicano di nome Diego Moreno affermò di aver nascosto un ricco bottino
lungo la strada che oggi corrisponde al passo di Cahuenga.
Il tesoro però non gli apparteneva. Mesi prima infatti, quattro
agenti messicani stavano trasportando a San Francisco un carico di 200,000 $ in
oro, diamanti, perle ed altri oggetti preziosi da scambiare con armi da fuoco.Prima di raggiungere la loro destinazione, uno degli agenti
morì misteriosamente. Fu solo il primo di tanti.
Gli agenti rimasti restarono in allerta per il resto del
loro viaggio temendo che le spie francesi potessero aver ucciso il loro
compagno. Giunti alla baia di San Francisco dovettero immediatamente tornare
indietro perché il posto pullulava di spie francesi. Decisero di fare rotta
verso la collina di San Mateo e lì divisero il tesoro in sei piccole parti per
poi sotterrarlo in punti diversi della area.
Un uomo, il già citato Diego Moreno, li stava però
osservando. Attese pazientemente che gli agenti abbandonassero l’area e poi si
precipitò a dissotterrare il tesoro. Con tutto il carico di preziosi nelle sue
mani, Moreno fece ritorno nella sua terra natia, il Messico.
Quando gli agenti fecero ritorno alla collina per recuperare
il tesoro trovarono solo buche ormai vuote ed iniziarono a sospettare l’uno
dell’altro. Le discussioni su chi fosse il colpevole si fecero così accese che
due degli agenti si uccisero a vicenda. Il terzo invece morì in durante una
rissa nella locanda che gestiva in Arizona.
Antico disegno del passo di Cahuenga. - Foto: Los Angeles Public Library. |
Nel frattempo Moreno durante il suo viaggio di ritorno si
fermò in una piccola locanda chiamata La Nopalera dove trascorse la notte. Un
unico sognò lo tormentò quella notte, quello sulla sua morte. Scosso dalla
premonizione, decise di seppellire il tesoro sotto un grande frassino e
continuò il suo viaggio verso Los Angeles. Nonostante ora si sentisse al sicuro,
tutto ciò non servì a salvarlo dalla maledizione. Durante il viaggio si ammalò gravemente. Nei suoi ultimi
giorni fu assistito dal suo amico Jesus Martinez al quale confessò dove aveva
nascosto il tesoro, le sue parole all’amico furono: “accanto al valico, a circa
metà strada dalla taverna, su un’altura che si trova difronte la strada
principale”. Dopo averlo ringraziato per essersi preso cura di lui, Diego
Moreno morì in preda a forti convulsioni.
In seguito Martinez, insieme a suo figlio Jose Gumisindo
Correa, decisero di verificare la veridicità della storia del tesoro. Martinez
riuscì a ritrovare l’albero di cui gli aveva parlato l’amico ma poco prima di
iniziare a scavare fu colpito da un ictus fulminante che lo uccise. Suo figlio
Jose, terrorizzato dalla maledizione del tesoro scappò via senza indagare
oltre.
Anni dopo, nel 1885, un pastore basco che pascolava il suo
gregge proprio su quella collina, grazie al suo cane ritrovò per caso uno dei
sei pacchetti contenenti il tesoro. Ignorando che ce ne fossero altri cinque il
pastore ripartì per la Spagna con il suo piccolo gruzzolo in oro e gioielli. Ma
neanche lui fu abbastanza fortunato da godersi quell’oro.
L’uomo era così preoccupato che qualcuno potesse rubargli il
tesoro che si cucì tasche segrete negli abiti al fine di nasconderci le sue
ricchezze. Appena giunto al porto in Spagna cadde dalla passerella e finì in
acqua dove venne trascinato a fondo dallo stesso peso del tesoro.
Dieci anni dopo, il figlio di Correa, diventato avvocato di
successo a Los Angeles, decise nuovamente di rimettersi alla ricerca del tesoro
che costò la vita a suo padre. Ma nuovamente accadde qualcosa di terribile. Prima di avere l’occasione di ritrovare il punto esatto dove
era nascosto il tesoro, Jose Correa venne ucciso a Boyle Avenue da suo cognato.
Il passo di Cahuenga nel 1905. - Foto: USC Libraries, California Historical Society Collection |
Nel passare degli anni la leggenda sul tesoro maledetto di
Cahuenga si diffuse. Nel 1939, Henry Jones, un esperto minatore di San
Fransisco, Walter Combes, un meccanico di Bakersfield e suo zio Ennis Combes decisero
di mettersi alla ricerca del famoso tesoro.
Con il prototipo di metal detector messo a punto da Ennis
Combes dichiararono di aver ritrovato il tesoro sotto il parcheggio
dell’Hollywood Bowl. I tre riuscirono ad ottenere i permessi per scavare
nell’aerea promettendo una fetta del tesoro al governo locale.
Proprio quando stavano per iniziare i lavori i Combes vennero
a conoscenza della maledizione ed iniziarono a temere di diventare le prossime
vittime. La paura ebbe la meglio su di loro e si ritirarono dalla caccia. Dopo l’abbandono dei Combes, Henry Jones assemblò un nuovo
team formato da Ray Johnson, attore teatrale, e dall’inventore Frank Hoekstra. Il 27 novembre del 1939, tre equipe cinematografiche, la
radio della CBS e molti reporter si unirono ai centinaia di curiosi per vedere
i cacciatori di tesori all’opera nell’ Hollywood Bowl. Dopo 24 giorni di scavo e tonnellate di terra smantellata la
pala urto contro un enorme masso. Non c’era nessun tesoro lì, e i tre dichiararono
ufficialmente la caccia chiusa. Un mese più tardi, Jones si suicidò in preda alla
depressione deluso dal suo fallimento nella caccia al tesoro. Pian piano i media si disinteressarono alla storia del
tesoro che divenne nient’altro che una poco conosciuta leggenda locale.
Il tesoro di Cahuenga resta ancora oggi un mistero
irrisolto. Se la scia di morti sia stata davvero determinata da una maledizione
o siano solo una serie di sfortunate casualità non possiamo saperlo…almeno fin
quando qualcuno non tornerà sulle tracce dell’oro perduto.
Il tesoro maledetto di Cahuenga
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