Incredibile scoperta, l'8% del dna umano è ALIENO

Secondo un nuovo studio, otto per cento del nostro DNA è ALIENO, è composto da frammenti virali non umani. Il nuovo studio è stato pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences.

Il recente studio ha rivelato che vi è DNA non umano residente nel genoma dell’essere umano moderno. Questo studio viene dopo un gruppo di ricercatori della Tufts University of Michigan Medical School che ha esaminato 2.500 persone.

Gli esperti hanno scoperto che il nostro DNA è meno umano di ciò che pensavamo e che esistono diciannove pezzi di antichi DNA virale all'interno del nostro genoma.

La cosa più sorprendente è che gli esperti hanno scoperto un modello genetico completo per un intero virus tra il 2% delle persone che hanno esaminato. Secondo sciencedaily.com, non è ancora noto se il virus può essere replicato o riprodotto. Ma altri studi degli antichi dna virali hanno dimostrato di poter influenzare gli esseri umani che lo portano.

Lo studio offre una nuova visione sui retrovirus endogeni umani. Gli ERV (Retrovirus Endogeni) sono in realtà antiche malattie che possiedono caratteristiche stranamente simili a virus di immunodeficienza umana, rappresentano praticamente il precursore dell’AIDS.
Gli esperti ritengono che questo 'DNA0 virale è stata tramandata attraverso migliaia di generazioni di esseri umani. Gli autori dello studio sono ancora incerti se gli antichi ceppi di DNA possono ancora causare infezioni.

"Questo sembra che sia in grado di creare un virus contagioso, e sarebbe molto interessante se fosse vero, in quanto consentirebbe di studiare le epidemie virali che hanno avuto luogo molto tempo fa” così ha dichiarato l'autore e virologo, il professor John Coffin della Tufts University School of Medicine. "Questa ricerca fornisce importanti informazioni necessarie per comprendere come i retrovirus e gli esseri umani si sono evoluti insieme in tempi relativamente recenti."

"Molti studi hanno cercato di collegare questi elementi virali endogeni al cancro e altre malattie, ma una delle principali difficoltà è che non abbiamo effettivamente trovati tutti," dice il coautore Zachary H. Williams, studente presso la Tufts University di Boston. "Gli elementi più interessanti si trovano solo in una piccola percentuale di persone, il che significa che dovrebbe effettuare uno screening di un grandissimo numero di persone per trovarli."

Potete leggere l’intero studio pubblicato dai ricercatori americani qui.