La prima foto della Terra compie 70 anni

Scattare una foto alla Terra dallo spazio oggi è una cosa abbastanza comune e frequente, grazie a satelliti e astronauti, ma 70 anni fa non lo era affatto e una cosa del genere era considerata rivoluzionaria e quasi impossibile.


Era il 1946 quando un team di scienziti americani nel New Mexico, riuscì a catturare la prima fotografia del nostro pianeta, grazie a un razzo V-2 nazista modificato in grado di arrivare ad una quota massima di 65 miglia (circa 105km). L'impresa ha preceduto di circa 10 anni il lancio del primo satellite della storia, lo Sputnik 1 sovietico, iniziando di fatto la corsa verso lo spazio.

Il razzo V-2 utilizzato aveva un'autonomia ridotta ed era in grado di mantenere la quota massima per pochi minuti, quindi per l'occasione fu progettata una macchina fotografica in grado di scattare una foto ogni 90 secondi, per garantire la riuscita della missione. Ma la breve durata della permanenza nello spazio non era l'unico problema da affronatare, gli scienziati dovevano trovare una soluzione per recuperare i negativi intatti, visto che il razzo sarebbe caduto sulla terra distruggendosi completamente, perché all'epoca non avevano ancora le tecnologie moderne per atterraggi o moduli di rientro. Per fronteggiare questo problema, fu costruito un involucro in acciaio per proteggere tutto l'apparato fotografico e rendere così possibile il recupero dei negativi.  

L'ingegnere che costruì la fotocamera, Clyde Holliday, nel 1950 scrisse "ecco come la terra apparirebbe ai visitatori da altri mondi sulla loro astronave".


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